L'OASI ARTISTICA DEL 798 ART DISTRICT A PECHINO
Le ciminiere dell’ex 718 Joint Factory ancora si stagliano nel cielo offuscato di Pechino, ma anziché fumare sotto le ondate di produzione d’armi militari, si ergono oggi a simbolo d’indipendenza degli artisti Pechinesi.
L’oasi artistica del Beijing’s 798 art district sorge infatti sui resti di un ex stabilimento militare segreto, il North China Wireless Joint Equipment (anche noto come 718 Joint Factory). La Factory era stata disegnata e progettata, negli anni 50, da architetti dell’ex DDR provenienti dalla città di Dessau, patria di quella che poco dopo sarebbe diventata la scuola artistica Bauhaus.
Quando poi, a inizio Anni 90, la produzione iniziò a calare e a perdere progressivamente d’interesse, l’intero complesso industriale venne dismesso e riorganizzato in sei diversi distretti (706, 707, 718, 797, 798 e 751) i cui stabilimenti vennero poi messi in affitto a tempo determinato.
Attratti dalla progettazione semplice, dall’uso estetico dei materiali industriali e dall’inconfondibile stile Bauhaus, molti artisti e associazioni d’arte di Pechino si stabilirono qui e trasformarono i freddi stabilimenti industriali in “fabbriche d’arte contemporanea”. Siamo ancora lontani dai tempi dell’attuale 798 (così chiamato perché i primi insediamenti di artisti si realizzarono proprio nello stabilimento numero 798).
All’epoca non c’erano lampioni, né scritte in inglese, no taxi che conoscessero il posto e il sogno che animava artisti quali Chen Qingqing, Cang Xin e Wu Xiaojun era quello di “fare arte”, condividendo idee e stili, in questo piccolo Eden dell’arte moderna pechinese lontano dagli occhi severi della millenaria tradizione artistica cinese.
Da allora le cose sono ben cambiate, oggi 798 accoglie più di 400 gallerie, e ancora studi di design, spazi espositivi, negozi d’arte, ma anche bar e ristoranti glamour; 600.000 metri quadrati di creatività, tendenza e intrattenimento culturale; dozzine di mostre e fashion event vengono inaugurati ogni giorno per un ricavo di 300 milioni di RMB (43 milioni di dollari) all’anno.
I contrasti tra le basse costruzioni in mattoni e i giganteschi fabbricati in stile Bauhaus, tra gli slogan dell’epoca maoista e le sculture astratte contemporanee, tra l’architettura urbana e i macchinari industriali arrugginiti, hanno fatto di 798 il primo e più influente distretto artistico di tutta la Cina, il SOHO pechinese.
Vero è che questi risultati non sono stati raggiunti facilmente, al contrario ci sono voluti anni di lotta da parte degli artisti. Quando infatti, a fine 2005, le autorità di Pechino e la Seven Star Huadian Science and Technology Group, proprietaria del terreno, decisero di radere al suolo il vecchio stabilimento per costruire un distretto high-tech, gli artisti di 798 non si diedero per vinti e rimasero uniti e determinati per salvare il loro “Eden”, organizzando numerose manifestazioni internazionali per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sullo loro causa.
I contrasti s’inasprirono fino a quando nel 2006, 798 venne finalmente iscritto dalla Municipalità di Pechino e dall’amministrazione del distretto di Chaoyang come uno speciale “distretto creativo e parco culturale”.
Da allora, il 798 Art Disctrict di Pechino ha ospitato milioni di mostre internazionali ed eventi di moda dei più importanti brand; i più eclettici, alternativi e visionari artisti cinesi hanno fatto di 798 la loro casa, come il rivoluzionario Ai Wei Wei e l’anticonformista Martin Flynn; centinaia organizzazioni culturali provenienti da Germania, Francia, Italia, Australia, Corea del Sud, Taiwan si sono qui stabiliti in maniera permanente; due festival internazionali si tengono annualmente e attirano più di 75 milioni di visitatori, il 798 Art Festival (fine aprile-fine maggio) e il 798 Creative Festival (fine settembre-fine ottobre).
Il contesto urbano, misto ad arte e cultura folk, ha reso 798 un luogo ideale per ospitare alcuni grandi eventi musicali, come l’INTRO Electronic music festival a inizio maggio, gli Yen parties che si svolgono periodicamente alla 706 Warehouse, ma anche improvvisati street party e break dance contest.
Certo, il boom di 798 ha portato anche ad alcuni lati negativi, come l’aumento esponenziale dei prezzi d’affitto, impedendo ad alcuni artisti creativi di trasferirsi nell’area e col rischio di trasformare 798 in una macchina da soldi intorno al business dell’arte piuttosto che in un centro di creatività e di arte sperimentale per artisti indipendenti.
D’altronde questo passaggio era necessario, dice Robert Bernell, proprietario del Time Zone 8 Book Club a 798, stando alla progressiva importanza che l’area sta acquisendo a livello nazionale e internazionale.
Nonostante il distretto stia diventando sempre più commerciale e turistico, nell’immaginario collettivo 798 rappresenta ben più che un numero a tre cifre, esso simboleggia l’avanguardia del movimento artistico cinese, una sorta di “China dream” che mantiene intatto il suo fascino. Il fascino di una Cina che si vede proiettata al futuro ma che non dimentica le sue origini, cercando di dare espressione alla sensibilità e voglia di scoprire degli artisti cinesi.